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LODE, incursione frantiana nel Trap

Plaga-SWF
Lode

anche se…

…già lo sai…

«… me lo riprenda ancora una volta, signor Direttore, perché non segua una disgrazia in famiglia, lo faccia per pietà d’una povera donna! – E si coperse il viso con le mani singhiozzando. Franti teneva il viso basso, impassibile. Il Direttore lo guardò, stette un po’ pensando, poi disse: – Franti, va al tuo posto. – Allora la donna levò le mani dal viso, tutta racconsolata, e cominciò a dir grazie, grazie, senza lasciar parlare il Direttore, e s’avviò verso l’uscio, asciugandosi gli occhi, e dicendo affollatamente: – Figliuol mio, mi raccomando. Abbiano pazienza tutti. Grazie, signor Direttore, che ha fatto un’opera di carità. Buono, sai, figliuolo. Buon giorno, ragazzi. Grazie, a rivederlo, signor maestro. E scusino tanto, una povera mamma. E data ancora di sull’uscio un’occhiata supplichevole a suo figlio, se n’andò, raccogliendo lo scialle che strascicava, pallida, incurvata, con la testa tremante, e la sentimmo ancor tossire giù per le scale. Il Direttore guardò fisso Franti, in mezzo al silenzio della classe, e gli disse con un accento da far tremare: – Franti, tu uccidi tua madre! – Tutti si voltarono a guardar Franti. E quell’infame sorrise.»

Edmondo De Amicis
libro Cuore, diario del 28 gennaio

Il giovane Franti, prototipo della contestazione, dà il via, nel 1886 e grazie alla penna di De Amicis, allo scontro con la famiglia. Franti è l’insopportabile agli occhi della borghesia ottocentesca. Mentre questa disegna, nel quadro della recente “unità nazionale”, il perfetto ed imperituro equilibrio tra le classi, lui, Franti, rappresenta l’intollerabile punto di rottura, irrispettoso a tutto e per tutto.

Cuore lo congeda frettolosamente meno di due mesi dopo, nelle pagine del 6 marzo

“Franti dicono che non verrà più perché lo metteranno all’ergastolo”.

Ci penserà Umberto Eco a riabilitarlo con l”Elogio di Franti” nel 1963 dopo che generazioni di studenti avevano appreso su di lui l’odio di classe. E noi, per ora, lì lo lasciamo.

Oggi, ascoltando “Lode” di Plaga-SWF prod. Mosees qualche domanda sorge spontanea.

“Saremo famiglia prima che saremo famosi” cantavano due anni fa nella “Sagrada Familia” e oggi la stessa invocazione segna l’incipit di “Lode”: «e la famiglia eeeh».

Trap ma non trash, musicalmente notevole, Plaga e la South West Familia non hanno pace.

«Iperattivo… la tachicardia la mattina», «porte spaccate perché trovate bloccate», «da dove mi trovo non si vedono le stelle, si fa strada solo raccontando palle». Ma nonostante tutto non giocano l’inutile utopia del trapper mainstream: «mio frate mi molla un cremino, lo fumo e sto peggio di prima». La sostanza, se c’è consola «voglio una bottiglia e così non piango» e poi da qui scompare.

Di positivo resta «mio fratello Gambo mi fece vedere i segreti della poesia del marciapiede» e «un’aquila reale che impara a volare», non è poco, insieme a un capace e potente giocare con le parole che ricorda la “carrucola” di Montale

«Plaga è pazzesco e scomposto esco un po’ sconvolto dal posto scontento del costo al costo[?] guardiani guardate a posto», e solo qui è ammesso riprendere fiato.

Pur partendo dalla strada, che è l’equivalente dell’ultimo banco di Franti, P-SWF non rompe e cerca di restare agganciato a qualcosa «convinto che non possa esistere la pace dei sensi e che la cultura fa un uomo pure senza diploma». Sente il terreno mancare sotto i piedi ma non si scoraggia.

Cosa abbiamo quindi? Come vola l’aquila nella strada di Gambo? Quel che ci aiuta è la ‘famiglia’, si capisce, è ‘il gruppo’, ed è la cosa realmente importante: «la mia squadra crede in me, e ci crede di brutto e in zona mi offrono le cene, sanno che ripagherò tutto» ma un’uscita si vede, seppure tragica: «una volta per tutte vi lascerò tra macerie di materie di mura distrutte», e così il confine del Sud Ovest, «dio benedica il mio nome ed il Sud Ovest», una metafora dello stare insieme.

Non è (per ora) una famiglia divisiva, non dice ‘siamo meglio di voi’, né esplicitamente inclusiva ‘vi aspettiamo a braccia aperte’. E’ e basta. Un artificio per rimarcare un’identità. (anche se «non ho mai preso lodi, in giro lodano Plaghito» potrebbe aprire una voragine)

«come cazzo fa» …

Aspettiamo.
La natura delle cose è quella di divenire: questa ‘famiglia’ P-SWF, è autoprodotta, nasce per scelta, è per questo del tutto diversa da quella con cui Franti rompeva. Nel contempo è pure diversa da quei ‘gruppi’ (classe allora si diceva, senza per questo pensare alla scuola) che contavano molto sulla solidarietà, più che mai sul «no infami, non ho mai tradito», uniti dalla condivisione di un progetto più che di un luogo.
Ultimo ma non ultimo, P-SWF scoprirà – speriamo, perché può farlo – il femminile, del tutto assente dalla scena Trap mondiale, l’altra metà del cielo. Anch’essa è e basta :-).

0mmot, 10 maggio 2019

da trecappelli