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Diario di Franti/

Il Franti, lo studente Stardi e il solito Invalsi

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Lo studente Stardi: “Ciao Franti, è un po’ che non ti vedo”.

Franti: “Bella Stardi, è vero, si vede che non abbiamo fatto la stessa strada ultimamente, mi pare ci sia meno gente in giro in questo periodo”.

Beh, sai, siamo tutti un po’ presi nella preparazione del test.

Che significa ‘la preparazione del test’? Te quando c’è da studiare sembri sempre perso.

È per la Valutazione, un’Indagine Nazionale, fornisce un Indicatore Assoluto sullo Stato dell’Istruzione e Comparativo sulle Diverse Scuole [Stardi è raggiante, il cuore gli batte forte dall’emozione].

Bestia… cioè che succede?

Succede che ci faranno delle domande, a tutti gli studenti di tutte le scuole, lo stesso giorno alla stessa ora, le stesse domande Franti, che orgasmo, un test nazionale! Capisci, mica la solita verifichina…

A parte che anche sulla verifichina avrei qualcosa da dire ma a cosa servirebbe questo ‘esame sincronizzato’?

Non è un esame Franti, è un test [Stardi ha l’affanno, suda], serve a misurare un sistema, non a dare un giudizio. La misura scientifica è come un occhio imparziale che fotografa ciò che vede.

Dunque Stardi fammi capire, allo stesso giorno alla stessa ora faranno a tutti gli studenti dello stesso anno le stesse domande.

Agh si, è così. [Stardi si slaccia il bottone del colletto della camicia]

Stardi sei mai stato in treno?

Ma che dici Franti, certo che sono stato in treno

E quando guardavi dal finestrino alla partenza vedevi il treno affianco fermo e capivi che stavi partendo?

Logico, mi hai preso per scemo?

E magari qualche minuto prima, quando ancora eri fermo, in stazione se il treno di fianco partiva, guardandolo non avevi la stessa impressione di essere tu a partire?

In effetti mi è successo, è stato buffo, l’ho pensato.

Quindi se tu avessi fatto la tua “foto”, nello stesso giorno e nello stesso istante del signore nel treno di fronte a te, avreste entrambi potuto concludere che il vostro treno si stava muovendo mentre noi sappiamo che uno solo di voi due aveva ragione.

[Stardi prende fiato, sembra riprendere il controllo] È il moto relativo Franti, l’abbiamo fatto l’anno scorso in fisica, mi stupisce che te ne ricordi, ma che c’entra?

Stupisce a me che tu non capisca che il tuo test, quella “foto” fatta allo stesso istante, nello stesso modo, a tutti, è semplicemente un esercizio di potere, è una mera illusione ottica perché manca, come per il paradosso dei treni, di un osservatore esterno che determini quale dei due si stia realmente muovendo. Manca il contesto Stardi, manca il mondo, la ferrovia, il capostazione.

Immagina una classe dove nessuno parli la stessa lingua, né condivida la stessa cultura, e mettila a confronto con una classe i cui allievi siano tutti nati e cresciuti nello stesso quartiere. I primi ci metteranno un po’ a capirsi tra di loro, i secondi si conoscono come se fossero fratelli. I primi, che non ho detto che siano incolti, occhio Stardi a non fare il razzista, mentre imparano le tabelline imparano una lingua comune per tutti; intanto i secondi imparano le tabelline.

Ora fai la foto, “flash” cosa vedi?

Cosa vedo Franti, non so più…

Vedi chi sa le tabelline e chi no. Ed intanto il tuo treno è partito, e domani quelli delle prima classe sapranno tante lingue e avranno un po’ più di strumenti dialettici mentre gli altri sapranno fare i conti e avranno avuto una valutazione migliore in seguito al risultato del test.

Ma sapere le tabelline è importante [Stardi ha ripreso a sudare copiosamente e si è fatto un po’ rosso in volto].

È vero ma non sempre è la cosa più importante. Se devi fare il contabile è utile, se vivi in montagna ti serve di più capire da dove arriva il freddo e se vai per mare dovresti prima conoscere il cielo se non vuoi rischiare di perderti. Come a dire che dovresti innanzitutto essere in grado sapere dove ti porta il treno su cui sei salito, questo ti dovrebbe insegnare la scuola, ma questo nessun test lo misura.

Prova a seminare lo stesso giorno alla stessa ora lo stesso seme in diversi terreni e vedi che la risposta sarà diversa, perché un campo, in un determinato luogo con una certa esposizione solare e composizione del terreno è più adatto per certe piante che per altre. Il medioevo è finito con la rotazione delle colture, che si basa sul principio che financo lo stesso appezzamento di terra non è sempre atto a rispondere positivamente allo stesso seme. Non risponderai mai due volte la stessa cosa allo stesso test.

Franti sei uno stronzo [Stardi si è seduto per terra e quasi ansima] non rispetti la scienza.

Non la rispetto se serve dei biechi interessi. La scienza serve a conoscere non a premiare o peggio a giudicare. E sai che ti dico il tuo bel “test nazionale di valutazione del sistema” valuterà anche te, dall’anno prossimo, te e tutti quelli che lo faranno, allo stesso giorno e alla stessa ora. Alla faccia dell’anonimato e dell’indagine statistica. Oltre ad essere una corbelleria è una menzogna bella e buona, una trappola. Pensa a chi la sera prima ha passato la notte in bianco perché il suo tipo l’ha lasciata, a chi ha il cagotto perché è stato all’“all you can eat” sotto casa, a chi ha i suoi che si sono appena separati …flash” fotografati e fottuti, tutti allo stesso istante, in nome della scienza della misura. Questo sì che è un colpo di genio.

A me non mi fregano, per questo mi sto preparando al test.

Ecco vedi, lo sai anche tu, lo sa il tuo fottuto insegnante che ti ha fatto simulare le prove, lo sa l’editore beccamorto che ha pubblicato il manuale su come svolgere i test Invalsi. Lo sanno tutti che la scienza, la misura, la valutazione non c’entrano nulla…

Franti!

fammi finire, ma a te pare che per valutare lo stato del mare si scaldi l’acqua prima di misurarne la temperatura? Che si mettano dei paraventi prima di misurare la corrente d’aria? Prendi forse l’aspirina prima di misurarti la febbre? Cosa cazzo vuol dire prepararsi a fare un test che serve per capire come sei normalmente, ossia come sei in assenza del test? Tu bari con te stesso, tutta la tua catena di comando lo fa. Diventi falso come la famiglia del mulino bianco, un fantasma da cento domande a risposta chiusa. Stardi salvati, e fallo ora.

[Stardi è sfinito, a terra, quasi rantolante. Lentamente mette la mano in tasca e prende una foto di Edmondo De Amicis, la guarda, fa una smorfia, e l’accartoccia con la sua mano piccola e tozza]

Franti 4 maggio 2017

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